Nell’editoriale*del 31 marzo, Angelo Panebianco ha messo
insieme, come “demolitori” dell’UE, il FN di Marine Le Pen, la Lega Nord e
l'indipendentismo catalano. L’autore, secondo noi, ha dimenticato che i
catalani, a differenza dei padani, non sono affatto alleati del Front National.
Mettere sullo stesso piano dei partiti politici e una
nazione è un metodo assai discutibile e mostra i suoi limiti proprio rispetto
alla dimensione europea, perché se è noto che l’antieuropeismo è una bandiera
del populismo leghista e lepenista, per onestà intellettuale si deve anche
ricordare al lettore la manifestazione di Barcellona dell’11.9.2012, quando
oltre un milione e mezzo di persone hanno sfilato con lo slogan “Catalogna,
nuovo stato d’Europa”.
Se questo non bastasse, il 23 gennaio 2013, quasi due terzi
dei deputati al parlamento catalano hanno approvato una dichiarazione politica
di sovranità in cui, al punto n. 6 (intitolato Europeismo) , si afferma: «si
difenderanno e promuoveranno i principi fondamentali dell’Unione europea, in
particolar modo i diritti fondamentali dei cittadini, la democrazia, la
garanzia dello Stato sociale, la solidarietà tra i diversi popoli d’Europa e il
sostegno al progresso economico, sociale e culturale».
Se agli argomenti
razionali se ne volesse aggiungere uno emotivo, si può cercare in internet il
collage composto di oltre 107.000 fotografie di più di un milione mezzo di
persone che, il 12 settembre 2013, si sono prese per mano per una lunghezza di
oltre 400 km lungo tutto il territorio catalano (www.gigafoto.assemblea.cat).
Osservando i volti dei partecipanti - giovani, famiglie con bambini, persone
anziane - si può forse comprendere quanto senso possano ancora avere parole
come Popolo e Nazione.
Gennaro Ferraiuolo e Marco Giralucci – Collettivo Emma
(www.collectiuemma.cat)
* I demolitori in ordine sparso, com'è diviso il fronte anti UE.
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